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Lettera di Antonio Ranieri a Giuseppe Melchiorri

(15 giugno 1837)

 

 

Tratto da: Francesca Fedi, «In nome del nostro Giacomo», Saggio di edizione del carteggio Ranieri-Melchiorri, p 506 ss., in Feconde venner le carte, studi in onore di Ottavio Besomi, t. 2, a cura di Tatiana Crivelli, 1997, Edizioni Casagrande·Bellinzona. La lettera a p. 519.

 

Napoli 15 giugno 1837

 

Caro Melchiorri

Sono condannato a parteciparvi fra le lacrime della disperazione che Giacomo ieri alle cinque pomeridiane è spirato repentinamente fra le braccia mie e di tre mie sorelle mentre s’era per muovere per la campagna. II suo male era idropericardia. Egli è stato assistito dai primi professori di questa città, mi ha vietato tenacissimamente di nulla scrivere ai [sicl nessuno de’ suoi, è stato fino a un istante prima persuaso che il suo fine fosse assai lontano ed ha fatta una morte dolcissima. Io solo ier l’altro, ch’egli migliorava sensibilissimamente da più dì, gli aveva strappato il permesso di scrivere qualche parola al padre, come feci. Pensate voi al resto. Altro non ho forza di dirvi oggi fra l’orrore del mio stato e la distruzione universale. Ma vi scriverò di tutto, se vivrò. Addio.

Il vostro sventuratissimo

Ranieri

 

 

 

© 01-06/2010—> 16.03.2011